Si chiamano “fabbriche” perché i cuccioli vengono fatti nascere come in una catena di montaggio di una industria che produce oggetti.
Le mamme vengono fatte partorire continuamente e, insieme ai loro cuccioli, vengono tenute in piccolissimi ambienti sporchi in mezzo ai loro escrementi oppure a catena. L’elevato numero di cuccioli compensa la mortalità dovuta a queste orribili condizioni di detenzione.
Non vi è alcuna tutela e rispetto né per il loro benessere né per la loro salute, sia psicologica sia sanitaria.
Le fabbriche di cuccioli (o puppy mills) sono dislocate soprattutto nei Paesi dell’Est Europa, in particolare in Ungheria, e servono a produrre cuccioli di razza a basso costo per soddisfare la continua richiesta di cani alla moda.
L’ignaro o indifferente acquirente avrà così il suo cucciolo a prezzi stracciati presso rivenditori italiani poco trasparenti o tramite vendite on line. La repressione di questo fenomeno da parte delle forze dell’ordine è presente, così come è testimoniato dai tanti sequestri di cuccioli effettuati periodicamente, ma l’unica vera arma è quella della sensibilizzazione dell’opinione pubblica affinché
si orienti sempre più verso scelte etiche e legali.
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L’immagine è presa dal web.
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