Qualche tempo fa abbiamo conosciuto in canile il piccolo Baboon, un cagnolino giovane, di taglia piccola, con un musetto irresistibile e con un carattere desideroso di coccole e vicinanza, che ci ha mostrato quasi subito, non appena superato il primo approccio in cui si era dimostrato un po’ schivo e timidino.
Nell’apprendere la sua storia ci siamo resi conto del motivo di questo suo iniziale atteggiamento schivo: era stato abbandonato lo scorso dicembre, quando era un cucciolo di appena due mesi e da allora era rimasto da solo in canile. Ma la diffidenza che aveva maturato in questo anno di solitudine non era riuscito a scalfire la sua meravigliosa indole affettuosa.
Abbiamo subito cercato per lui un’adozione e con grande gioia la richiesta non è tardata ad arrivare. Al momento dei controlli veterinari che sempre facciamo prima dell’affido, l’ecocardiogramma ha mostrato un problema al cuore piuttosto grave, che assolutamente nessuno di noi si aspettava. Nelle visite successive il veterinario ha riscontrato in Baboon una patologia cardiaca congenita, definita “dotto arterioso pervio”.
Non esistendo una terapia farmacologica per risolvere questo problema, l’unica soluzione per garantire a Baboon una vita lunga e sana era quella di sottoporlo a un delicato e oneroso intervento cardiaco, ma la struttura nella quale era ospitato non si sarebbe fatta carico dell’intervento.
Quando abbiamo raccontato la situazione di Baboon al futuro adottante, vista la situazione così critica, ha immediatamente rinunciato all’adozione.
Le alternative per Baboon erano due: o tornare in canile con la condanna certa di non trovare mai adozione con la vita appesa a un filo, o di essere preso sotto la nostra tutela per essere sottoposto all’intervento. Ovviamente abbiamo scartato senza neanche pensarci la prima opzione e ci siamo attivati per reperire i fondi per garantire l’intervento di Baboon. Con il generoso aiuto di un nostro adottante siamo riusciti ad affrontare le spese vive di un intervento microinvasivo, risolutivo della patologia congenita di Baboon e che potesse permettergli un decorso post-operatorio decisamente meno traumatico rispetto all’alternativa più convenzionale di un’operazione a cuore aperto.
Così abbiamo portato Baboon in clinica, dove è stato operato da un’equipe di veterinari cardiochirurghi, che ha eseguito con attenzione il delicato intervento per chiudere il dotto arterioso.
Quelli precedenti all’operazione, sono stati giorni in cui abbiamo trattenuto il respiro affinché andasse tutto per il meglio e, per fortuna, l’intervento è andato bene.
Il piccolino al momento sta affrontando il periodo post-operatorio con grande grinta soprattutto perché, con la scelta di non eseguire l’operazione a cuore aperto, il periodo di ripresa sarà molto più veloce. Baboon sta seguendo le terapie anti-rigetto prescritte, deve ovviamente rimanere sotto stretto controllo veterinario e supervisionato h24 dai nostri volontari, almeno per questo primo periodo.
Anche se siamo riusciti a sostenere le spese vive dell’operazione, vogliamo evitare che torni in canile, dove rischierebbe infezioni e dove non potrebbe ricevere cure quotidiane né le terapie necessarie alla sua sopravvivenza. Baboon merita di vivere dignitosamente, di essere accolto in una struttura dove gli vengano garantite le terapie quotidiane, un accudimento costante e un ambiente sano dove potersi riprendere.
Per assicurargli le analisi, le visite specialistiche e i medicinali salva-vita, abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile. Ogni contributo potrà fare la differenza per garantire al piccolo Baboon il necessario per tornare in salute!
AGGIORNAMENTO 23 NOVEMBRE 2022
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